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Le Sale Apollinee del teatro la Fenice sono il luogo ideale per ascoltare la musica da camera: dall’acustica perfetta e ‘intima’ come deve essere quella per composizioni che sono state pensate per essere eseguite nelle residenze aristocratiche. Musiche che in un qualche modo sono meno propense alla ‘spettacolarità’ del teatro e che richiedono una maggiore concentrazione da parte dell’ascoltatore. Malgrado questa ‘difficoltà’ della musica da camera, ha riscosso un lusinghiero successo di pubblico la prima stagione cameristica che si sta concludendo in queste settimane. E già è stata presentata la stagione 2018 che inizia dal prossimo gennaio, sempre promossa dall’associazione "Musikàmera”. Due concerti si terranno nella grande sala della Fenice e 12 concerti, con replica la sera successiva, riempiranno le Sale Apollinee. Dal Settecento al Novecento con esecutori internazionali Gli appuntamenti seguono un filo che tocca punti significativi della letteratura cameristica dal Settecento al Novecento. L’arco cronologico e il panorama stilistico proposti sono dunque ampi: un concerto è dedicato al periodo barocco e in particolare alla musica di Bach; del periodo classico vengono eseguiti brani di Mozart (per pianoforte e per quartetto) e di Beethoven (per pianoforte e per trio); molto spazio viene concesso alla musica da camera dell’Ottocento, in particolare pezzi pianistici di Schubert, Schumann, Chopin, Liszt e Brahms, quartetti di Schubert, Verdi e Dvořák, le due Sonate per violoncello e pianoforte di Brahms; il Novecento è presente con Puccini, Debussy, Ravel, Busoni, Honegger e Copland. Gli interpreti sono scelti fra i nomi più importanti del panorama internazionale: i due recital in Sala Grande sono affidati al virtuoso russo Arcadi Volodos, specialista di Schubert, Brahms, Liszt e Rachmaninov, e al polacco Rafał Blechacz, interprete di irresistibile energia e di penetrante espressività, vincitore del Concorso Chopin di Varsavia nel 2005.