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Firmata l’ipotesi di accordo per il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro che rinnova e accorpa i due precedenti contratti collettivi dell’area tessile-moda e dell’area chimica-ceramica. A sottoscrivere l’accordo Confartigianato Moda, Confartigianato Chimica, Confartigianato Ceramica, Cna Federmoda, Cna Produzione, Cna Artistico e Tradizionale, Cna Servizi alla Comunità, Casartigiani, Claai e le organizzazioni sindacali dei lavoratori Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil. I due vecchi contratti erano scaduti nel 2016, mentre quello unificato avrà validità fino a tutto il 2018 e si applica ai dipendenti delle imprese artigiane dei settori tessile, abbigliamento, calzaturiero, pulitintilavanderie, occhialerie, chimica, gomma plastica, vetro, ceramica, terracotta, grès, decorazione piastrelle. «Una intesa a “trazione veneta” per tante ragioni – spiega soddisfatto Giuliano Secco, Presidente regionale veneto della Federazione Moda, tra i firmatari in qualità di delegato nazionale Confartigianato per la moda – Nei numeri innanzi tutto, ben 8.300 le imprese regionali artigiane dei settori coinvolti e oltre 25mila i dipendenti a cui si applica il rinnovo. Dalla nostra specializzazione nel contoterzismo poi è gemmato, in tema di legalità e contrasto allo sfruttamento del lavoro lungo la filiera, il riconoscimento della responsabilità in solido prevista per gli appalti anche per il lavoro in subfornitura. Ed infine – prosegue Secco – sono davvero orgoglioso della sottoscrizione sia del protocollo sulla legalità sia dell’avviso comune da presentare alle istituzioni nel quale abbiamo inserito, come best practice, il progetto di etichetta parlante nato in Veneto e che, grazie alla collaborazione tra Tavolo Veneto della Moda, Regione Veneto, Unionfiliere (con il sistema di certificazione TF) ed Unioncamere Veneto, mette a disposizione dei settori interessati un sistema moderno e digitale di tracciabilità. A garanzia dei consumatori, della filiera, della qualità e del lavoro». Non solo aumenti salariali: ci sono specifiche norme par favorire la nuova occupazione Per quanto riguarda la parte economica, l’accordo prevede aumenti salariali a regime pari a 45 euro per il Livello 3° settore abbigliamento; di 48,10 euro per il settore chimica; di 42 euro per il settore ceramica. Gli aumenti salariali tengono conto del recupero reale dell’inflazione e degli andamenti del settore. Per quanto concerne il Mercato del lavoro, l’intesa prevede molte novità: l’adeguamento della normativa contrattuale dell’apprendistato alle disposizioni del decreto 81/2015; la definizione di una specifica tipologia di contratto di lavoro a tempo indeterminato per il reinserimento al lavoro destinato ad alcune categorie di lavoratori, che prevede la corresponsione di un salario d’ingresso attraverso il sistema del cosiddetto sottoinquadramento; l’ampliamento della possibilità di assumere lavoratori con contratto a tempo determinato. «Questo contratto – conclude Secco – è importante perché è il primo vero accorpamento di settori manifatturieri diversi in attuazione della razionalizzazione del numero dei contratti prevista dal nuovo modello contrattuale dell’artigianato e delle piccole imprese. Inoltre consente di utilizzare nuovi strumenti per favorire il migliore collocamento delle risorse umane, valorizzare l’apprendistato e la bilateralità, realizzare soluzioni di welfare su misura per i settori interessati e meglio rispondere alle sfide della competitività».