L’opinione pubblica è attonita ma anche in un certo senso soddisfatta che il bubbone delle spiate telefoniche sia venuto a galla. Pochi di noi sono sicuri di non essere spiati o memorizzati con l’intercettazione di una telefonata, sia essa dal fisso o dal cellulare o registrati da una microcamera – le Web-cam – o semplicemente “agganciati” da Internet. Ma lo stupore dei padovani è stato grande quando si è saputo che il centro delle intercettazioni telefoniche era proprio nella loro città, presso la centrale di ascolto della Telecom a Padova Est. Insomma tutti siamo “catturati” da speciali microchip, che sono inseriti in tutti i sistemi di comunicazione, che trasmettono i nostri dati personali in un “registro” elettronico – i tabulati telefonici -. Poi al momento opportuno, per qualsiasi motivo, politico, economico o militare, la nostra azienda o il nostro nome o le nostre immagini vengono ripescate e analizzate dal supercomputer, che poi “legge” i tabulati della Telecom, l’unico gestore in possesso della “chiave” per registrazioni audio e video. Il caso delle intercettazioni illecite è emerso quest’anno, ma già nel 2005 con l’”affare Mussolini-Marrazzo” si erano notate le prime avvisaglie di quanto stava per maturare. Infatti anche a causa delle indagini che la magistratura milanese e padovana sta compiendo, sono venuti a galla la scalata di Antonveneta, Calciopoli, il caso Telecom-Tronchetti Provera e quant’altro che noi, forse, non conosceremo mai . Sono stati alcuni indagati a rivelare che a Padova esiste un gemello di Echelon, il “grande fratello” della Nsa americana –National Security Agency –. Il suo nome in codice è Radar ed è situato nel centro di ascolto telefonico Telecom di Padova. Ma il Garante della privacy a Porta a Porta ha detto che è operativo un altro sistema chiamato “Magistratura” alias Circe, molto probabilmente pure lui situato a Padova. Si ritiene che le intercettazioni telefoniche illegali e non raggiungano la bella cifra di oltre un milione di nominativi e che le “spiate” abbiano subito, negli ultimi quattro anni, un aumento del 900%, un vero e proprio attacco alla nostra democrazia. Molti sperano che il Decreto Mastella regoli la materia e soprattutto imponga la distruzione dei tabulati che riguardano persone non indagate e che le notizie relative alla privacy non siano rese pubbliche. Ma la cosa che ha fatto allibire gli italiani è che oggi non solo esiste lo spionaggio di stato ma è attivo anche un sistema di intercettazioni ad opera di persone o agenzie che nulla hanno a che fare, almeno in apparenza, con le istituzioni. Ma com’è possibile che tutto ciò sia avvenuto ? Oggi la tecnologia consente a chiunque ne abbia la capacità tecnica di inserirsi con le microspie in qualsiasi sistema elettronico e di rivelare a chi le paga bene notizie che avrebbero dovuto rimanere segrete. D’altra parte l’uso massiccio dei computer, dei telefonini e delle web-cam pone tutti noi in una situazione di insicurezza che preoccupa non poco. Infatti tutto ciò genera una forte emissione di dati personali, che fino a qualche anno fa erano custoditi nei nostri cassetti o negli schedari degli Enti pubblici. Insomma oggi inviamo in rete la nostra foto, le nostre password ed i nostri recapiti telefonici ed elettronici a migliaia di persone e aziende, che in molti casi ne fanno un uso lecito, ma esiste sempre il dubbio che qualcuno possa schedare i nostri identikit ed utilizzarli per usi illeciti. La presenza delle web-cam, alcune delle quali provviste di registrazione del sonoro, installate per diversi motivi in luoghi pubblici, come piazze, parcheggi e strade delle nostre città o presso banche e uffici pubblici o caselli autostradali è impressionante. C’è poi la “spada di Damocle” delle registrazioni satellitari che oggi riescono a captare immagini da centinaia di chilometri di altezza. Dunque un “grande fratello” silenzioso e strisciante che preoccupa l’opinione pubblica, ma deve preoccupare ancora di più chi ha qualcosa da nascondere o trama per scopi illeciti. Negli Stati Uniti il “grande fratello”, quello vero, cioè Echelon, che attualmente dispone di 20 satelliti per monitorare ed immagazzinare milioni di “informazioni” in tutto il mondo, è in collegamento costante con la N.S.A. Questa agenzia di “informazioni” ha allestito una nuova rete di raccolta dati che porta il nome di T.I.A. -Total Information Awareness - più o meno “Comprensione Totale delle Informazioni” che anche i nostri 007 e quant’altri possono consultare. Tra l’altro la Cia e certamente altri “servizi”, hanno codificato delle parole chiave che attivano la registrazione e poi la smistano negli archivi della Cia o dell’M5 inglese o di altri “servizi”. Dunque è comprensibile la paura di molti cittadini che si sentono costantemente controllati e schedati e guardano con sospetto lo spiegamento di webcam e la diffusione abnorme dei telefonini e della posta elettronica. A questi mezzi di diffusione dei nostri dati dobbiamo aggiungere, le carte di credito, il bancomat, il codice fiscale, il telepass ecc., tutte “card” che segnalano i nostri movimenti mediamente 12 volte al giorno. Un vero incubo per chi ha qualcosa da nascondere o vuole condurre una vita privata degna di nome.
Gianni Genghini Divulgatore scientifico