Legge Finanziaria: protesta di Confartigianato del Veneto
Non siamo nuovi ad esperienze di questo tipo anche se riteniamo la protesta di piazza una estrema ratio a cui fare ricorso solo in casi eccezionali. Quello attuale è secondo noi tra queste eccezioni. Non a caso la Confartigianato è in prima fila in tutte le iniziative che si sono tenute e si terranno nei prossimi giorni nelle varie province della nostra regione, perché le riteniamo occasioni positive per colpire la sensibilità sia della società civile che della politica.
I questi giorni si susseguono iniziative e proposte, alcune estreme come ad esempio lo sciopero fiscale ventilato da vertici industriali. Non condividiamo azioni di questo tipo, dettate a nostro avviso più dalla difficoltà a gestire situazioni molto differenti al proprio interno (è chiaro a tutti che questa finanziaria penalizza le piccole imprese molto di più che le grandi) che dalla volontà di sollecitare il Governo per avere una gradualità di pressione fiscale che non soffochi la voglia di impresa. Ravvisiamo infatti un pericolo: l’incertezza e l’ingiustizia che trapelano da questa manovra portano ad una frustrazione ed ad un calo di fiducia nei nostri iscritti che sono certamente più pericolose degli stessi provvedimenti quantitativi. Stiamo vanificando in pochi giorni quella piccola crescita di fiducia e di attività che aveva richiesto anni mortificando quella caratteristica straordinaria che da sempre ci contraddistingue: la voglia di intraprendere.
Gli artigiani sono persone concrete e rifiutano la protesta fine a se stessa. Ecco perché la nostra azione si accompagna ad una serie di proposte di correzione a questa finanziaria al fine di ridurne l’impatto “punitivo” nei confronti dei lavoratori autonomi. Chiediamo: che sia cancellato l’incomprensibile aumento della contribuzione sugli apprendisti (provvedimento che non tiene conto della storia di questo istituto fondamentale per la formazione professionale dei giovani); la correzione dell’aumento ora previsto in unica soluzione (anziché in modo graduale come concordato in precedenza) della contribuzione previdenziale a carico dei piccoli imprenditori; la riduzione dei premi INAIL ed alcune modifiche agli studi di settore; e per quanto riguarda in particolare il Veneto, il ribilanciamento delle agevolazioni sul cuneo fiscale che penalizzano in modo ingiustificato il nord (dimezzandone l’intensità rispetto al meridione), e tra l’altro utilizzando l’IRAP che, a causa del meccanismo della franchigia, esclude di fatto dal beneficio le microimprese (quelle con 2/3 dipendenti).
Abbiamo predisposto degli emendamenti che abbiamo già consegnato ai parlamentari veneti di governo ed opposizione. Emendamenti finalizzati alla tutela della parte che produce del nostro Paese.
Se non verremo ascoltati siamo pronti a scendere in piazza e questa volta a livello nazionale ai primi di novembre, quando la discussione politica su questa manovra passera dalla Camera al Senato.
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