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Padova, Colli Euganei: ciliegi devastati dai cinghiali

24/05/2016
Padova, Colli Euganei: ciliegi devastati dai cinghialiDistruzione ormai sistematica nella zona dei Colli Euganei, nella provincia padovana. A farne le spese i frutti della stagione, in questo caso le ciliegie e altre piante da frutto nel pieno della produzione. La causa? I cinghiali, ungulati che scorrazzano liberamente in branchi numerosi, provocando danni ingenti alle aziende agricole, ormai inermi di fronte a questa vera e propria invasione.

«Non passa giorno senza che non arrivino segnalazioni disperate» ricorda Federico Miotto, presidente di Coldiretti Padova «che puntualmente raccogliamo e giriamo a chi di dovere. Ormai è un bollettino di guerra. L’ultimo episodio clamoroso si è consumato a Teolo ai danni di un’azienda agricola che ha visto perso buona parte del raccolto di ciliegie, peraltro in un nuovo impianto appena entrato in produzione. Quindi alla perdita del raccolto dobbiamo sommare il danno alle piante, almeno una decina solo in questa azienda agricola. E’ solo l’ultima puntata della devastazione a cui i nostri imprenditori assistono impotenti da anni. Le abbiamo provate tutte ma ormai niente e nessuno ferma l’invasione dei cinghiali».

Nell’azienda agricola di Natalino Facchin in via Pozzacale tre anni fa erano stati messi a dimora dei piccoli ciliegi, che ora avevano iniziato a dare frutto. Si tratta di piantine non molto alte e piuttosto esili che i cinghiali non hanno certo avuto problemi a spezzare per poter raggiungere le ciliegie, dolci e succose. Le piante sono andate completamente distrutte e non potranno certo essere recuperate. Buona parte dell’impianto pertanto sarà da ripristinare con un’ulteriore spesa da parte dell’agricoltore che si trova a fare i conti anche con la mancata produzione. Una vera e propria beffa che ha colpito anche altri agricoltori della zona e che mette a rischio anche la produzione di ciliegie limitata a queste poche settimane.

«Un altro duro colpo per l’agricoltura padovana e dei Colli Euganei in primis» aggiunge Miotto «che paga il prezzo più alto della devastazione da parte dei cinghiali. Dai vigneti agli ulivi, dai campi di mais, soia e grano agli alberi da frutto. Non c’è nulla che si salvi e non c’è possibilità di difesa efficace da parte degli agricoltori. Non ci sono recinzioni né barriere che tengano, anche perché non possiamo trasformare il nostro territorio in un bunker. Addirittura in certe zone particolarmente frequentate dai cinghiali a tutte le ore del giorno è persino pericoloso aggirarsi in campagna. Lo è per gli agricoltori impegnati nel lavoro quotidiano come per chi va a farsi una passeggiata, visto che il rischio di essere aggrediti è tutt’altro che remoto. Succede sui Colli Euganei ma anche in pianura, persino nell’Alta Padovana, a Tombolo e dintorni, ai margini della palude di Onara, dove i cinghiali hanno trovato un altro habitat ideale e si muovono liberamente nei campi coltivati. Intanto mentre contiamo i danni aspettiamo. Aspettiamo che chi deve decidere si decida una volta buona e passi dalle promesse all’azione. Nei giorni scorsi è stata approvata la legge per il contrasto alle nutrie. Serve subito un provvedimento analogo per i cinghiali e tutti gli animali selvatici se vogliamo continuare a parlare di agricoltura in determinate aree della nostra provincia. Servono subito delle contromisure efficaci e tempestive se non vogliamo che a breve i cinghiali diventino i veri padroni delle nostre campagne”.

CDR

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