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Nuove norme UE contro il commercio di “merci di tortura”

01/10/2016
Nuove norme UE contro il commercio di “merci di tortura”L'Europa vende all'estero strumenti di tortura e sedie elettriche? Per quanto la domanda possa apparire assurda, certamente non lo è visto che già nel 2005 il Parlamento Europeo ha sentito il dovere, nel quadro delle azioni per la lotta contro la tortura e la pena di morte, di varare un regolamento che istituisce le restrizioni al commercio e all'esportazione di beni e servizi che possono essere utilizzati per perpetrare torture o pena di morte.
Questo regolamento vieta l'esportazione di beni che non abbiano altro uso pratico se non quello di esecuzione o di tortura: ad esempio sedie elettriche, sistemi di iniezione di droga automatici o viti a spillo. Inoltre viene monitorato il commercio dei prodotti che sono stati progettati per altri scopi, ma che potrebbero essere utilizzati per la tortura o la pena di morte: ad esempio le armi progettate per il controllo delle sommosse o certi anestetici utilizzati nelle iniezioni letali.
Ma quel regolamento sembra essere non più sufficiente e nella sua seduta Plenaria di ottobre (dal giorno 3 al 6), il Parlamento voterà un inasprimento delle norme per contrastare alcune scappatoie che hanno permesso il commercio, l'intermediazione, e la pubblicità di tali beni. La Commissione per il commercio internazionale del Parlamento, d'intesa con la Commissione e i ministri UE, ha proposto una serie di emendamenti per limitare ulteriormente il commercio di questi odiosi strumenti.

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