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Il grido d’allarme di Ance Venezia

25/05/2017
Il grido d’allarme di Ance VeneziaIl grido d’allarme di Ance Venezia:
“Il decreto attuativo Codice degli appalti blocca il settore”


Ance Venezia (Associazione nazionale dei costruttori edili, sezione provinciale) esprime forte preoccupazione per i probabili contraccolpi che il nuovo decreto attuativo del Codice degli appalti pubblici del 2016 provocherà sul settore.
Il testo, in vigore da sabato scorso 20 maggio, rappresenta in sostanza un “maxiemendamento” che ha riscritto la normativa di riferimento, la quale già conteneva molti elementi di criticità e già lo scorso anno aveva determinato l’effetto di contrarre significativamente il numero degli appalti pubblici.
Infatti, dopo un quadrimestre positivo, a partire dal maggio 2016 si era avuto un progressivo ridimensionamento dei bandi, con un risultato al termine dell’anno negativo sia in chiave regionale (-9,8%), che provinciale (-7,8%).
“A incidere maggiormente – spiega il presidente provinciale di Ance Ugo Cavallin – è stata la previsione di mettere in gara progetti esecutivi mentre in precedenza erano sufficienti quelli definitivi. La necessità di una fase di progettazione superiore, dalla quale le imprese sono di fatto rimaste escluse, ha determinato un differimento dei tempi di messa in gara e di appalto”.
Sin dall’inizio l’Associazione si è battuta per il superamento di questa e altre storture, ma paradossalmente il decreto attuativo in vigore da qualche giorno non solo non le ha corrette, ma ne ha inserite di ulteriori.
“Per le gare del valore inferiore al milione di euro, che sono il 90 per cento di quelle che avvengono su base provinciale – sottolinea Cavallin – prima era sufficiente la procedura negoziata basata sul prezzo più basso. Adesso invece serve l’aggiudicazione con il criterio dell’offerta economicamente vantaggiosa, una procedura complessa e costosa fondata non solo sul prezzo, ma anche su elementi qualitativi spesso non meglio precisati e sottoposti alla valutazione discrezionale delle commissioni degli enti appaltanti. Il rischio, pertanto, è che la politica avochi a sé la totale scelta delle imprese, contraddicendo l’obiettivo dichiarato dalle “riforme” di garantire al massimo grado la trasparenza delle procedure”.
L’altra grande nota dolente riguarda i subappalti perché una normativa particolarmente restrittiva, qual è quella nuova, rende sempre più difficile questa possibilità, in controtendenza con le indicazioni dell’Unione europea che chiede di rimuovere ogni limite, tanto che su sollecitazione di Ance la Commissione ha già chiesto al Governo chiarimenti ipotizzando una procedura di infrazione.
“Il primo bimestre di quest’anno – conclude il presidente Cavallin – ha segnato una ripresa del mercato con un incoraggiante +47,2% nel numero dei bandi che ha premiato lo sforzo delle imprese, le quali con grande impegno e sacrificio avevano saputo fronteggiare le difficoltà conseguenti all’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti. Temiamo che con il decreto attuativo si torni indietro a un blocco del mercato che avrebbe pesanti ricadute sull’economia e l’occupazione. Ance Venezia confida che il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio possa recepire le richieste avanzate dall’Associazione nazionale e nel frattempo chiede agli enti pubblici (Comune, Città metropolitana e Regione in primis) di non desistere continuando ad appaltare, confermando la propria disponibilità a valutare e affrontare assieme le difficoltà interpretative e operative della normativa”.

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