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ANACI Veneto: il ‘sisma bonus’ per tutelarsi dai terremoti

29/06/2017
ANACI Veneto: il ‘sisma bonus’ per tutelarsi dai terremotiLa migliore strategia per difendersi dal terremoto è ristrutturare le costruzioni che per la maggior parte, anche in Veneto, hanno un’età media piuttosto elevata: è l’indicazione uscita dal convegno “Potrebbe accadere” che ANACI Veneto, la sezione regionale dell’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali ed Immobiliari, ha organizzato in Villa Braida a Mogliano Veneto (Treviso), con l’intervento di diversi esperti in materia, di fronte a una platea di oltre 200 professionisti.
Per incentivare il controllo, la riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici, i proprietari hanno la possibilità di accedere al “Sisma bonus”, già attivo dal 2016 e confermato quest’anno, che prevede una serie di importanti agevolazioni fiscali.
«Vale per tutti gli immobili, che si trovino nelle zone con una classificazione sismica dal massimo grado di pericolosità fino a quello basso, escluso solo quello bassissimo  – ha spiegato Andrea Garbo, segretario del Centro Studi Nazionale di ANACIMolti cittadini non lo sanno ma, per chi intende intervenire, è prevista una detraibilità del 50% della spesa per la verifica della vulnerabilità e di alcuni correttivi minimali; tale opportunità sale al 75% per chi effettua lavori di adeguamento, che consentano il miglioramento di una classe per l’immobile (sono 8: dalla G alla A+); la detraibilità sale fino all’85%,  quando il miglioramento è doppio. Questo vale per 5 anni e fino a 96.000 euro a individuo. Peraltro, la legge prevede la possibilità di cumulare il beneficio per il condominio a quello del singolo individuo proprietario che, se ritiene, può realizzare interventi aggiuntivi a quelli collettivi».
Il “Sisma bonus” è un vantaggio da sfruttare anche alla luce del fatto che, potenzialmente, tutto il territorio nazionale, dunque anche quello regionale, è soggetto a terremoti. In Veneto, la mappatura esclude zone 1, cioè a massimo pericolo (colore rosso): la più vicina a Nordest si trova in Friuli Venezia Giulia, dove le scosse del 1976 con epicentro a Gemona causarono un migliaio di morti. La zona 2 a pericolo medio (colore arancione), si trova in parte dell’Alto Trevigiano e al confine con il Friuli Venezia Giulia. La zona 3 a pericolo basso (colore giallo) sta nella fascia pedemontana e montana, mentre la zona 4 a pericolo bassissimo (colore verde) riguarda la pianura e il litorale.
«Il terremoto è una costante geologica, che ci sarà sempre. A livello nazionale, dall’unità d’Italia a oggi, si è verificato un fenomeno di magnitudo superiore a 5,5 gradi ogni 5 anni. Il rischio aumenta in proporzione alla crescita del costruito,  cui purtroppo corrisponde un deficit di formazione e informazione» ha sottolineato Dario Tosoni della Direzione Difesa del Suolo dell’Unità Operativa di Geologia della Regione Veneto.
Sul piano della mappatura del territorio, della classificazione sismica e dell’aggiornamento delle norme tecniche, la “rivoluzione” si è avuta nel 2003 dopo il terremoto, che colpì il Molise e la Puglia (con il tragico crollo della scuola di San Giuliano, costato la vita a bambini e maestre), dopo anni di sostanziale immobilismo, nonostante episodi gravi, primo tra tutti quello dell’Irpinia nel 1980.
«Da alloraha osservato Alessandro Gasparini, strutturista dell’Università di Padovale zone, che prima erano considerate non classificate (colore grigio), sono diventate zona 4. Significa che tutto il territorio nazionale è sismico: dove molto e dove pochissimo, ma comunque lo è. Questo vuol dire che gli accorgimenti vanno tenuti dovunque anche in ipotesi di lieve pericolo di scuotimenti».
Nessuno ne è esente, tanto più che le norme tecniche introdotte nel 2008 e in vigore dal primo luglio 2009, come risultanza del catastrofico terremoto de L’Aquila, sono state più volte prorogate e di fatto, pur rendendo obbligatoria la verifica sulla vulnerabilità delle costruzioni, non fanno altrettanto in termini di adeguamento e miglioramento strutturale.
«La crisi economica ha colpito soprattutto il settore edilizio e nell’ultimo decennio il costruito è stato molto poco – ha concluso Lino Bertin, presidente di ANACI VenetoDal momento che tutto il preesistente risponde a criteri vecchi ed espone a rischi, è importante che i cittadini sappiano che si deve intervenire in termini di prevenzione. Gli strumenti e le competenze non mancano: possono contare sul supporto di noi amministratori e non devono dimenticare che è possibile sfruttare le agevolazioni fiscali del Sisma bonus. Quanto accaduto in Centro Italia, tra agosto e ottobre dello scorso anno, è un monito che non si deve abbassare la guardia, da nessuna parte».

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