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ANCE: chiediamo l’abolizione del codice degli appalti

01/12/2017
ANCE: chiediamo l’abolizione del codice degli appalti«Nessuno mette in discussione l’importante  lavoro dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione, bensì l’applicabilità delle leggi, cui è chiamata a sovrintendere»: replica così Ugo Cavallin, Presidente di ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) Venezia, ad una recente dichiarazione del Presidente di A.N.A.C., Raffaele Cantone.
«Chiedere di rifondare la normativa sugli appalti non significa voler mano libera per favorire la corruzione o il malcostume – prosegue Cavallin - ma al contrario costruire su basi, che non siano quelle di pubblica sicurezza, meccanismi che coniughino semplificazione amministrativa, correttezza di comportamenti ed efficiente realizzazione delle opere, di cui il Paese ha bisogno. I dati sono sotto gli occhi di tutti: il settore edile è l’unico, che non sta cogliendo le opportunità della ripresa economica, con un forte calo delle ore lavorate anche nei primi mesi del 2017».

Le norme devono essere applicabili e colpire i disonesti, non bloccare il lavoro

«In una congiuntura comunque difficile– insiste il Presidente di ANCE Venezia –il Codice degli Appalti rischia di essere la pietra tombale soprattutto per le aziende medie e piccole. La situazione è nota: mancano le risorse, i pagamenti hanno tempi lunghissimi, i provvedimenti attuativi del Codice sono in gravissimo ritardo, le gare latitano, le pubbliche amministrazioni risultano ingessate rispetto agli innumerevoli adempimenti formali loro richiesti ed i responsabili del procedimento sono a tal punto gravati dal rischio di un qualche incidente giudiziario da non firmare più nulla. Ciò sta determinando uno spreco di risorse pubbliche, che oggi finalmente ci sono e che vorremmo trasformare in ricchezza per il sistema Paese; per questo, chiediamo l’abolizione di un codice ormai irriformabile e l’applicazione integrale delle norme europee, evitando il ricorso alle deroghe come nel caso dei lavori per i Mondiali di sci a Cortina d’Ampezzo, per il terremoto e ora per le Universiadi del 2019. D’altronde – conclude Cavallin – se il Governo è il primo ad eludere il Codice con il moltiplicarsi delle deroghe, vorrà pur dire qualcosa!»

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