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I rifiuti naturali spiaggiati vanno classificati “biomassa”

13/12/2019
I rifiuti naturali spiaggiati vanno classificati “biomassa”La questione ancora aperta dei rifiuti di natura vegetale spiaggiati, il cui smaltimento grava sulle casse dei Comuni, dei cittadini e delle imprese, deve essere superata al più presto»: il Presidente di Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia, Massimo Zanon, richiama con forza la politica nazionale perché, con una soluzione tecnica già considerata percorribile, si ponga fine all’emorragia di risorse pubbliche, sprecate per togliere dalle spiagge la massa di legno ed altri vegetali, considerata indistintamente rifiuto speciale con i costi di smaltimento, che gravano in modo sempre più pesante sui Comuni del litorale, quindi sulla collettività di cittadini ed imprese.
Dati storici indicano che, in media, i rifiuti spiaggiati, sul litorale della costa veneziana, sono stati 20.000 tonnellate all’anno. Nella sola Jesolo e in un anno particolarmente critico, il 2013, i costi hanno toccato 1.200.000 euro a carico dei cittadini. Il legno, che potrebbe costituire biomassa, costituisce circa il 90% di quanto depositato dal mare.

Oltre a risparmiare per lo smaltimento, si potrebbe addirittura trarre un beneficio economico dal riciclo dei materiali spiaggiati

«Sono costi sempre più alti – continua Zanon – che, dati i vincoli di bilancio, vengono ormai coperti con la tassa di soggiorno, le cui risorse dovrebbero invece essere destinate alla promozione ed alla competitività dell’economia del turismo. Se riconosciuti come biomassa, i rifiuti spiaggiati diverrebbero riutilizzabili ed in grado persino di costituire una fonte di reddito per l'impresa, che ne gestisse la raccolta».
«La questionericorda ancora il Presidente di Confcommercio Metropolitana di Venezia – è stata presa a cuore dalla deputata, Giorgia Andreuzza, che ringrazio per il continuo impegno; ora ci attendiamo che il Governo, in particolare il Ministero dell’Ambiente, compia il passo decisivo con gli opportuni provvedimenti: agire al più presto consentirà risparmi ingenti e quindi i Comuni potranno davvero destinare le risorse della collettività allo sviluppo del patrimonio turistico ed ambientale».
«Perché – conclude Zanon – continuare a considerare rifiuto inquinante, una risorsa preziosa e non sfruttare i vantaggi dell’economia circolare, che consente risparmi economici uniti ad un’efficace tutela e valorizzazione dell’ambiente?».

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