Abolizione ICI prima casa: no dal sindaco di Marcon
«Anche nella mia veste di capogruppo della Margherita nel direttivo ANCI Veneto – continua Tomasi - ho colto la preoccupazione e lo stupore di molti sindaci e assessori per una proposta di questa natura. Come succede da anni, invece di affrontare un serio dibattito sulla ripartizione delle risorse finanziarie, il Governo realizza i propri obiettivi sulle spalle dei comuni, calando dall’alto le sue decisioni e trattando gli enti locali alla stregua di semplici uffici burocratici decentrati. In questi anni il Governo si è totalmente disimpegnato rispetto alle esigenze reali dei cittadini. Lo dimostrano, ad esempio, i trasferimenti destinati al funzionamento amministrativo e didattico dell’istituto comprensivo di Marcon, passati dai 14 mila euro del 2002 ai 3 mila di quest’anno. Cosa succederebbe nel nostro comune se venisse tagliata l’ICI sulla prima casa ? Verrebbero eliminati servizi essenziali per un importo di 500 mila euro, tra i quali le rette per i ricoverati nelle case di riposo, i servizi alle persone diversamente abili, l’assistenza domiciliare, i contributi al minimo vitale. Dovremmo cancellare le attività culturali e i contributi alle associazioni sportive e socio-assistenziali che svolgono un ruolo insostituibile per le nostre comunità».
«Non bisogna dimenticare – conclude Tomasi - che quasi tutti i comuni, amministrati sia dal centrosinistra, sia dal centrodestra, per la prima casa applicano l’aliquota più bassa possibile. A Marcon per effetto dell’aliquota minima e delle rendite molto più basse rispetto ad altri comuni, numerose case abitate dal proprietario sono già adesso esentate dal versamento dell’ICI.».