Stephen Hawking, lo scienziato che dall’età di 23 anni vive su una sedia a rotelle, a causa di una terribile malattia (sclerosi laterale amiotrofica, ndr) che lo ha attaccato e che parla attraverso un sintetizzatore, ha concluso la sua permanenza a Padova, la città di Galileo e Copernico, dopo aver ricevuto la cittadinanza onoraria e stupito migliaia di persone con le sue innovative teorie. Hawking, emerito studioso dell’espansione dell’universo ha tra l’altro scoperto che i black hole -buchi neri -non impediscono l’uscita di radiazioni contenenti preziose informazioni sul corpo celeste morente. Durante la sua permanenza a Padova ha parlato delle sue nuove scoperte sullo spazio-tempo e con un pizzico di humor, atteggiamento inconsueto in uno scienziato del suo calibro, dei viaggi nel tempo passato e futuro. Diciamo subito che per quanto riguarda il desiderio di raggiungere con un’astronave il futuro o il passato, Hawking nel suo ultimo libro (La grande storia del tempo), dice che ancora non possediamo le tecnologie necessarie per realizzare una macchina del tempo che ci permetta di viaggiare avanti e indietro a nostro piacimento. Ma poco importa. Quello che ci interessa è che lui, il grande astrofisico, padre dei più intriganti “mostri del cielo”, dica che il viaggio nel tempo è possibile, soprattutto in direzione del futuro. Riguardo a quello nel passato le cose sono un po’ più complicate. Ben più precise sono le notizie che egli ci fornisce sulla nascita e l’evoluzione del universo. Secondo lo scienziato l’universo può essere raffigurato come un enorme imbuto. Un imbuto con la parte alta aperta, come tutti gli imbuti naturalmente e la parte bassa, quella che di solito infiliamo nella bottiglia, che è appoggiata sul punto dove, circa 14 miliardi di anni fa, si è verificata la grande esplosione che ha dato origine all’universo. Hawking, titolare della cattedra di matematica dell’Università di Cambridge, non specifica le dimensioni di questo imbuto-universo, dice solo che l’universo ha iniziato ad espandersi in seguito alla grande esplosione e dice anche che le sostanze espulse al momento dell’esplosione dal nucleo primordiale erano radiazioni e particelle elementari. Solo da quel momento l’universo ha cominciato a dilatarsi concedendo alle radiazioni, ai gas e alla materia, che nel frattempo si era formata, di fuggire a velocità iperbolica in tutte le direzioni, fuga che dura tuttora. Ed è appunto questa forma a imbuto dell’universo che rende lo “spazio-tempo” incurvato, diverso e variabile in relazione al punto di osservazione. Infatti dopo il big-bang, già dopo i primi tre minuti, la temperatura si era abbassata a 10 miliardi di gradi e il contenuto del nucleo andava espandendosi a altissima velocità. A mille anni dal big-bang la materia si era già formata, anche a causa dell’abbassamento della temperatura e per effetto della fuga degli elementi in ogni direzione. Dopo circa 300 mila anni incominciarono a formarsi le stelle e i pianeti e in seguito essi si aggregarono in quei “mostri” del cielo che sono le galassie. Perché è avvenuto il big-bang ? La risposta di Hawking punta sulla instabilità degli elementi contenuti nel nucleo primordiale e nella loro altissima compressione. Ma cosa c’era prima del big-bang ? Se è vero che il tempo e lo spazio sono stati creati dall’esplosione primordiale, allora prima di essa non esisteva nulla. Non esisteva il tempo e non esisteva lo spazio, forse esistevano le radiazioni e le particelle, ma su questo c’è molta incertezza. Qualunque cosa fosse si è raccolta per un qualsiasi motivo in quel punto e non trovando altra soluzione che unirsi e compattarsi esplose. Perché ? L’input di un Creatore o perché così doveva essere ? Infatti Hawking dice anche che “un universo in espansione non esclude un Creatore divino”. Strabiliante è il dato sulla densità del nucleo. Il fisico afferma che le sostanze contenute in un centimetro cubo del globo primordiale dovevano pesare milioni di tonnellate. E non possiamo dargli torto se consideriamo che da quelle sostanze, così pazzescamente compresse, dovevano generarsi tutti i miliardi di galassie, stelle e pianeti. La nostra esistenza, il nostro pianeta, l’universo che ci circonda, tutto è legato al tempo, anzi allo scorrere del tempo e Hawking ci parla anche dei viaggi nel tempo. La scoperta che la velocità della luce appare la stessa ad ogni osservatore, indipendentemente dal suo moto, portò alla teoria della relatività, che contribuì a modificare l’idea del tempo. Prima di Albert Einstein molti pensavano che il tempo fosse simile ad una linea ferroviaria rettilinea, sulla quale era possibile muoversi soltanto in un senso o nell’altro. Ma non è sempre così. Avete presente il paradosso dei gemelli, uno dei quali parte in astronave e quando torna dopo pochi giorni trova il gemello che è diventato vecchio e quello del nipote che torna nel passato per uccidere il nonno ? Ebbene tutto ciò potrebbe anche realizzarsi. Se avessimo a disposizione una macchina del tempo, potremmo entrare e quando usciremo, dopo un certo periodo, potremo constatare che sulla Terra è trascorso molto più tempo di quello che è trascorso per noi. Ma andiamo incontro al nostro sogno e immaginiamo di possedere un missile in grado di volare ad una velocità prossima a quella della luce. Dopo alcuni giorni, forse un mese, constateremo che raggiungendo la massima velocità avremo percorso 10.000 miliardi di chilometri alla velocità di 200 mila chilometri al secondo. Quando ritorneremo sulla Terra troveremo la Terra invecchiata di 1000 anni circa, ma per noi saranno passati solo pochi mesi. Per il viaggio nel passato tutto diventa più difficile, perché dovremmo superare la velocità della luce, che non è superabile e vivere in un universo che ruoti su se stesso e non è il nostro caso.
Gianni Genghini