Congresso nazionale di Federasma a Firenze
Oltre tre milioni di persone in Italia soffrono di asma, che si manifesta con sensazione di oppressione al torace, gravi difficoltà respiratorie fino ad un senso di soffocamento e un’assoluta fame d’aria. Le condizioni ambientali possono scatenare o aggravare i sintomi dell’asma, che colpisce il 9,5 per cento dei bambini e il 10 per cento degli adolescenti.
“L’obiettivo del Congresso- dichiara Sandra Frateiacci, presidente del Congresso e di Federasma. “ è studiare e proporre interventi che migliorino le effettive condizioni di vita delle persone affette da asma e allergie, attraverso programmi di prevenzione e cura, di formazione e di educazione alla gestione e al controllo della malattia, riducendo le esposizioni ai fattori di rischio e prestando un’attenzione particolare alle fasce giovanili per fare in modo che i bambini di oggi non diventino i pazienti di domani”,.
Cattiva manutenzione degli impianti di aerazione, arredi, vernici per i mobili, polveri, muffe, pollini, allergeni animali e alimentari: per chi soffre di asma e di allergie, tutto può trasformarsi in una minaccia.
Questi temi saranno trattati in una tavola rotonda con le istituzioni e in quattro gruppi di lavoro, curati dalle associazioni dei pazienti aderenti a Federasma, che si terranno il 27 giugno e saranno incentrati sui bisogni e le richieste dei pazienti asmatici per migliorare la gestione ed il controllo della malattia.
I risultati dei lavori orienteranno le attività future di Federasma rispetto ad alcune questioni di grande rilievo per la qualità della vita dei pazienti: la tutela del bambino allergico e asmatico a scuola, la tutela del consumatore allergico e asmatico, il controllo della patologia e gli stili di vita con particolare riferimento all’educazione, al controllo all’aderenza alle terapie e le misure per abbattere le barriere allergologiche ambientali e comportamentali.
“Il Congresso di Federasma” afferma il co-presidente del Congresso Sergio Bonini, professore di Allergologia e Immunologia Clinica presso la II Università di Napoli “è un appuntamento di grande importanza non solo per conoscere le aspettative dei pazienti, ma anche per fare il punto sulla ricerca, grazie a un programma scientifico di assoluto rilievo e il contributo di alcuni tra i più autorevoli ricercatori italiani impegnati su una malattia che interessa milioni di persone”.
L’ASMA GRAVE
L’asma grave si caratterizza per la cadenza giornaliera e l’intensità, nonostante la terapia, di sintomi quali oppressione, respiro sibilante, costrizione del torace e tosse. Possono verificarsi crisi respiratorie che insorgono improvvisamente, diventando via via più gravi. In Italia si valuta che su circa 3 milioni di pazienti asmatici, circa 300 mila sono affetti da asma grave.
Secondo una ricerca di Federasma si riscontra una elevata percentuale di asma grave tra i pazienti del Sud e delle isole (48%), mentre l’impatto è relativamente ridotto al nord est (12%) e al centro (14%); al secondo posto in termini di prevalenza si pone il nord ovest (26%). Il 38% degli asmatici con sintomi gravi vive nei piccoli centri mentre il 20% vive nelle grandi città. L’età media dei pazienti si aggira sui 46 anni.
Diverse ricerche attestano che molte persone affette da asma non controllato conducono una vita dalla qualità sostanzialmente compromessa e vivono nella paura incessante che il prossimo attacco potrebbe rivelarsi fatale.
“E’ importante che la ricerca aiuti i pazienti con asma grave, mettendo a disposizione opzioni terapeutiche in grado di assicurare un effettivo beneficio alla loro qualità di vita”, afferma Sandra Frateiacci presidente di Federasma.
“Nella pratica quotidiana i pazienti che non riescono a tenere l’asma sotto controllo, nonostante le alte dosi di terapia, sono coloro che consideriamo più a rischio”, afferma il co-presidente del Congresso Sergio Bonini, professore di Allergologia e Immunologia Clinica presso la II Università di Napoli. “Poiché continuano ad avere sintomi frequenti, presentano una riduzione crescente della funzionalità polmonare, ripetute riacutizzazioni ed attacchi che li costringono al pronto soccorso”.
“Per conoscere più da vicino i pazienti affetti da asma non controllato – prosegue il professor Bonini – “in collaborazione l’Istituto Superiore di Sanità e con il Consiglio Nazionale delle Ricerche, realizzeremo un Registro Italiano per l’Asma Grave (RITA) non controllato dalla terapia, con il quale stimeremo la prevalenza a livello nazionale dell’asma allergico non controllato dalla terapia, valutandone l’impatto in termini di morbilità, mortalità e uso di risorse sanitarie”.
Oggi tra le terapie a disposizione per l’asma grave emerge il primo anticorpo monoclonale (omalizumab) che blocca a monte il meccanismo che scatena la crisi, perché agisce selettivamente bloccando le IgE (immunoglobuline E), responsabili delle reazioni allergiche e del conseguente attacco d’asma.
“In base alla pratica clinica” – dichiara il professor Walter Canonica, Presidente della World Allergy Organization – “l’impiego di omalizumab, come terapia adiuvante, migliora la qualità di vita dei pazienti affetti da asma grave non controllato, già in terapia con corticosteroidi inalatori e LABA (Long-Acting BetaAgonist). Lo studio INNOVATE condotto su 420 pazienti affetti da asma allergico non controllato, ha dimostrato che omalizumab permette di dimezzare la frequenza di attacchi gravi, di ridurre le ospedalizzazioni del 50% e le visite d’emergenza del 44%”.
“Omalizumab” – aggiunge Canonica ¬– “rappresenta la più straordinaria novità terapeutica degli ultimi 15 anni contro l’asma allergico grave non controllato e ci permette di offrire ai pazienti una terapia che si è rivelata finalmente efficace”.
Oggi vi è quindi una possibilità di cura che sta restituendo a una vita normale alle tante persone affette da asma grave. Accanto alle opzioni terapeutiche evolute, una risorsa essenziale per sconfiggere l’asma grave continua ad essere la consapevolezza dei pazienti: la terapia di questa forma d’asma non può prescindere dall'educazione sanitaria del paziente, che deve essere in grado di riconoscere ed evitare i fattori di rischio e di valutare la gravità della crisi, adottando le misure d'emergenza in caso di attacco di asma grave.
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