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Pesca: “la Regione Veneto ha agito in modo chiaro”

06/07/2006
“Per quanto riguarda la pesca in Laguna di Venezia la sola competenza che fa capo alla Regione è quella della classificazione igienico sanitaria delle acque nelle quali s’intende svolgere tale attività”. Lo ha voluto ribadire l’Assessore regionale alla Pesca, Isi Coppola nel corso di una conferenza stampa, alla vigilia del Consiglio provinciale straordinario convocato per discutere di questi temi e in particolare della situazione di tensione che si è venuta a creare tra gli operatori a seguito della direttiva di divieto alla pesca in Laguna inviata dal Ministero all’Ambiente. “Non vorremmo – ha poi aggiunto l’Assessore Coppola – che nel corso del Consiglio non fossero chiare le posizioni e che venissero attribuite alla Regione colpe che non ha. Non abbiamo assolutamente nulla da recriminare sul nostro operato, né tanto meno qualcosa che possa farci sentire colpevoli nei confronti di questa crisi. Una crisi annunciata – ha precisato – che è ormai giunta all’esasperazione perché non la si è voluta affrontare fino in fondo” Riferendosi poi all’iniziativa del Ministero, l’Assessore Coppola ha detto che “è chiaro che si è voluto sollevare una questione importante. Ora però è necessario chiarire le posizioni di tutti: il Ministero ci deve dire se in Laguna si può o non si può pescare, il Magistrato alle Acque deve dire dove si può pescare, la Capitaneria di Porto delimitare le aree nelle quali si può svolgere questa attività, e la Provincia deve svolgere il ruolo per garantire i pescatori. Ricordo – ha aggiunto la Coppola – l’incontro fatto presso il Magistrato, in cui è stato richiesto l’utilizzo delle famose panne di contenimento per la raccolta delle vongole e la relativa garanzia del Presidente della Provincia per il loro acquisto. Oggi apprendiamo dal Ministero che così non è stato. Alla fine la solita furbizia finisce per penalizzare l’intera categoria. Le aree classificate disponibili per la pesca ci sono - ha poi precisato – anche se alcune non sono più produttive. Era necessario provvedere alla semina del novellame per renderle nuovamente produttive. E’ più di un anno e mezzo che sollecitiamo tali operazioni, ma questo non è stato fatto, anche se si è assistito ad una raccolta del novellame senza regole, per cui si rischia di trovarci senza seme da raccogliere e le aree non ancora produttive. Per questo ci sono responsabilità ben precise. La Regione – ha concluso l’Assessore – intende continuare ad assolvere la propria competenza, che ripeto è quella della classificazione igienico sanitaria delle acque, in modo preciso e puntuale, nel più totale spirito di collaborazione con le altre istituzioni”.

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