Molluschicoltura: arriva un nuovo sistema informativo
01/08/2006
Sicurezza del prodotto sul piano igienico sanitario e la disponibilità di aree idonee: sono solo alcuni dei presupposti fondamentali dai quali lo sviluppo della molluschicoltura non può prescindere. Per questo è nato il provvedimento regionale che, finanziando l’attività delle Aziende Ulss in materia, ridetermina le linee guida del sistema di sorveglianza sanitaria, definisce la cartografia regionale di individuazione degli ambiti monitoraggio e l’elenco degli ambiti stessi. Questo impegnativo lavoro di classificazione è alla base di un nuovo sistema informativo territoriale, che viene messo a disposizione di tutto coloro che hanno bisogno di dati aggiornati, operatori del settore e forze dell’ordine, ma anche consumatori, i quali vogliano sapere qualcosa in più su ciò che mangiano e che, tra breve sarà consultabile anche su internet. Il provvedimento nel suo complesso è stato presentato dall’Assessore Regionale alla Pesca Isi Coppola insieme all’Assessore alla Sicurezza Alimentare Elena Donazzan. Il sistema informativo per la molluschicoltura comprende 4 macroaree: la Laguna di Caorle, la Laguna di Venezia, le acque marine prospicienti e il Delta del Po. Gli ambiti di monitoraggio, suddivisi per Ulss di competenza, sono in tutto 151 di cui 118 in laguna e 33 a mare. Attualmente gli ambiti vietati risultano solo due: la zona di Marghera e quella del Ponte della Libertà, nella laguna di Venezia. Altri 23 ambiti sono classificati come A, 61 come B, 12 sono in fase di classificazione e 53 sono non classificati. Se la classificazione è A i molluschi possono essere immediatamente consumati, mentre se è B è necessario che vengano sottoposti ad un processo di stabulazione, cioè di depurazione. L’Assessore Coppola ha sottolineato che si tratta di nuovi strumenti, connessi alla regolamentazione comunitaria in materia di igiene dei prodotti alimentari di origine animale che di fatto modifica le norme e le procedure finora usate. La Regione ha quindi adeguato il suo sistema di sorveglianza allo scopo di certificare un prodotto già noto per le sue caratteristiche qualitative. Dal territorio veneto proviene l’80% della produzione nazionale di vongole veraci. La classificazione riguarda ambiti a mare e in laguna e consente di avere in tempo reale la storia e la situazione di ciascun ambito sia per quanto riguarda le produzioni, sia sulla loro salubrità. “Grazie a questa straordinaria tracciabilità – ha spiegato l’Assessore Veneto alla Pesca – se si presentasse un problema igienico sanitario sarebbe possibile bloccare solo la partita individuata dal codice di identificazione, senza bloccare l’attività economica di un ambito più ampio. In qualsiasi momento è verificabile se una determinata area, se classificata, è idonea all’allevamento o alla raccolta di molluschi bivalvi.” Da parte sua l’Assessore Donazzan ha sottolineato che la volontà della Regione è quella di avere un sistema di controllo pubblico funzionale ma rigoroso, dettagliato e preciso per dare garanzie al consumatore, a fronte di situazioni di poca chiarezza che in qualche caso ci sono state. E’ un nuovo sistema che tiene conto di aspetti diversi come la gestione del territorio, la valenza economica del prodotto pescato ma soprattutto la sicurezza alimentare.
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